venerdì 11 maggio 2012
Prima di suicidarsi,lascia 3 lettere accusando Equitalia
NAPOLI - Un uomo di 63 anni, Arcangelo Arpino, si è ucciso oggi alle 15 sparandosi alla testa con una pistola calibro 7.65 nel parcheggio del Santuario di Pompei. Arpino, che era titolare di un'impresa edile,la "Euro Costruzioni" di Vico Equense è morto poco dopo nell'ospedale di Castellammare di Stabia. Ha lasciato tre lettere: una di scuse ai familiari, un'altra dove parla dei problemi economici legati alla sua attività e un'altra di accuse contro Equitalia, dalla quale avrebbe ricevuto diverse cartelle esattoriali.
Arpino era entrato in chiesa prima di uccidersi. Arpino è stato visto nel Santuario di Pompei dove era entrato forse per pregare un'ultima volta prima di uccidersi. E' quanto raccontano alcuni parcheggiatori che dicono di aver visto l'uomo pochi attimi prima che si sparasse. «Aveva una cartellina con dei documenti» riferisce uno degli addetti alla sosta, sotto shock per quanto avvenuto. Secondo quanto hanno raccontato alcune donne che si trovavano in Chiesa in attesa dell'inizio della prima messa del pomeriggio, Arcangelo Arpino si sarebbe inginocchiato a pregare per alcuni momenti davanti al quadro della Madonna di Pompei, venerato da milioni di fedeli ogni anno. Poi, uscito fuori, è andato ad appoggiarsi su un muretto dove si è sparato.
Le tre lettere di Arpino. Tre lettere, chiuse in una cartella porta documenti e trovate accanto al corpo di Arpino, che si è ucciso oggi nel parcheggio del santuario di Pompei (Napoli). Una delle lettere era rivolta alla Madonna di Pompei: si tratta di scuse per il gesto compiuto e di una preghiera affinché aiuti i suoi familiari. In un'altra lettera, invece, ci sono le accuse ad Equitalia per le diverse cartelle esattoriali inviate e anche a un commercialista napoletano. Il professionista, secondo quanto ha scritto la vittima, nonostante fosse stato pagato e nonostante si fosse avvalso di lavori edili mai saldati, non aveva sistemato le pendenze con Equitalia, il che avrebbe comportato un ulteriore peggioramento della situazione. C'è poi, nella lettera, anche un elenco di cinque assegni, per un importo complessivo di 4.100 euro, che l'uomo chiede di bloccare in quanto scoperti.
Equitalia. Nei confronti di Arcangelo Arpino non c'erano in corso fermi, ipoteche o altre azioni esecutive: lo si apprende da fonti di Equitalia Sud. Secondo le stesse fonti, Arpino aveva in corso due rateizzi con Equitalia che prevedevano il pagamento di 500 euro mensili. Questi pagamenti si erano interrotti alla fine dello scorso anno, senza che la società di riscossione avesse avviato, finora, procedure esecutive. Tre mesi fa però gli erano state notificate altre due cartelle, rispettivamente di circa 4mila e 10mila euro.
Il sindaco: un momento difficile. Una grossa macchia di sangue, sul prato. E lo sgomento dei sacerdoti che hanno udito lo sparo e che sono immediatamente accorsi sul posto. E' questa la scena che si è trovato di fronte il sindaco di Pompei (Napoli), Claudio D'Alessio, appena è arrivato nel parcheggio del Santuario. «E' un lutto per tutta la città, un dispiacere forte - commenta, provato, il sindaco - Anche la nostra città, purtroppo, si rende testimone di un momento difficile. Tutti coloro che hanno responsabiltà, e mi riferisco al governo nazionale, a quello regionale, ai governi cittadini devono fare il possibile per far sì che presto si venga fuori da questo momento difficile».
Il vescovo: la gente si sente abbandonata. «La gente si sente abbandonata - dice l'arcivescovo di Pompei, Carlo Liberati - Anch'io durante la supplica ho detto di sentirmi abbandonato dalle istituzioni. Anche Gesù sulla croce si è lamentato: sono vicino e solidale ai familiari di quest'uomo».
«Anche io fatico a pagare i dipendenti». «Comprendo la disperazione - dice Liberati - Anche qui io faccio fatica a pagare i nostri dipendenti, di notte non dormo più».
«Dare subito il giusto alle imprese». «Alle imprese bisogna dare subito il dovuto, non dopo due anni e mezzo o dopo tre - sostiene Liberati - E se poi devo pagare gli operai, come faccio a mantenerli? C'è una ingiustizia di fondo in questo Stato ma a nessuno interessa. Io ogni mese devo trovare un milione e centomila euro per pagare i dipendenti del santuario e faccio tanta fatica».
«Vicini a chi è sopraffatto dal dolore». «Il dolore a volte soffoca - continua Liberati - Si è lamentato Gesù sulla croce che non poteva più: ha detto "Padre perché mi hai abbandonato". Dobbiamo essere comprensivi verso questi fratelli sopraffatti dal dolore».
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